La malattia
La rosolia è una patologia causata dal Rubivirus e si trasmette per via aerea, attraverso le secrezioni della bocca e del naso. Il virus ha la capacità di localizzarsi in vari tessuti tra i quali anche i linfonodi. Il virus è in grado di passare anche attraverso la placenta, quindi una donna che contrae la rosolia in gravidanza può trasmettere l’infezione al feto. Se la rosolia viene contratta durante la gravidanza gli effetti possono essere molto gravi: aborto spontaneo, morte intrauterina del feto, malformazioni e lesioni di tipo infiammatorio a carico del sistema nervoso, dell’apparato cardiocircolatorio, degli organi del senso, ritardato sviluppo fisico e psichico (Sindrome da rosolia congenita). Il rischio di avere malformazioni gravi nel feto si può verificare se la rosolia viene contratta entro il terzo mese di gravidanza. La malattia colpisce maggiormente in età infantile. In molti casi la malattia è talmente lieve da passare inosservata. Può manifestarsi con febbre modesta, ingrossamento delle ghiandole (collo e nuca) e con la comparsa di piccole macchie rosse sulla pelle per pochi giorni. Poiché i sintomi della patologia sono spesso leggeri e a volte equivocabili con sintomi di altre malattie, per essere sicuri di aver avuto la rosolia è necessario eseguire l’esame del sangue che appuri la presenza degli anticorpi della rosolia. Questo esame è particolarmente raccomandato alle donne non immuni in seguito a malattia e non vaccinate che intendono dare inizio a una gravidanza.
Il vaccino
Il vaccino antirosolia contiene il virus attenuato ed è somministrato in combinazione con altri, in particolare nel vaccino trivalente MPR (morbillo-parotite-rosolia) o nel tetravalente MPRV (morbillo-parotite-rosolia-varicella). La protezione a lungo termine ottenuta dal vaccino è molto alta (95-100%). La vaccinazione viene somministrata ai bambini in 2 dosi: la prima tra i 12 e i 15 mesi, la seconda a 5-6 anni.
Effetti collaterali
Il vaccino in generale è ben tollerato, in alcuni casi rari (1 caso su 6) può provocare una lieve febbre, nel 5% dei casi può presentarsi un lieve esantema (puntini rossi), nell’1-2% dei casi può presentarsi gonfiore al viso o dietro il collo. In casi molto rari (1 su 30.000) si possono presentare convulsioni febbrili, dolore e infiammazione alle articolazioni(0,5% dei bambini 25% degli adulti predisposti), in 1 caso ogni 30.000 può verificarsi una riduzione temporanea del numero di piastrine.
Chi è esonerato dalla vaccinazione
Non si deve vaccinare chi ha avuto una reazione allergica grave alla prima dose di vaccino, o è allergico ad una componente dello stesso, alla neomicina ad esempio e chi ha una grave intolleranza al fruttosio. La vaccinazione delle donne in stato di gravidanza deve essere rinviata a dopo il parto. Tra le altre condizioni che possono essere un motivo per cui la vaccinazione va evitata o rimandata si ricordano: una malattia che coinvolga il sistema immunitario (HIV ad esempio), l’assunzione di farmaci che deprimono il sistema immunitario, l’aver ricevuto una vaccinazione nelle ultime 4 settimane, l’aver ricevuto una trasfusione di sangue.
Fonti: Le Vaccinazioni nell’Infanzia e nell’Adolescenza (Servizio Sanitario Emilia Romagna), VaccinarSì (Ministero della Salute).