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Vaccino antipoliomielite

Vaccino antipoliomielite

La malattia

La poliomielite è una malattia infettiva acuta molto contagiosa che è causata da un virus che attacca il sistema nervoso colpendo le cellule neurali, provocando una paralisi che, nei casi più gravi, diventa totale. Il contagio avviene attraverso l’apparato digerente, con l’ingestione di acqua e cibi contaminati e attraverso la saliva di persone infette o di portatori sani. Il virus ha un periodo d’incubazione dai 6 ai 20 giorni. La mortalità per la forma paralitica della poliomielite è del 2-5% per i bambini e del 15-30% per gli adulti. Non esistono farmaci in grado di curare la poliomielite, l’unico modo di evitarla è la prevenzione. La vaccinazione estensiva a livello mondiale ha permesso di passare da 500.000 casi di patologia paralitica all’anno all’assenza di casi nella Regione delle Americhe, nella Regione del Pacifico Occidentale e nell’area europea. In questo momento la malattia è presente ed endemica in Afghanistan, Nigeria e Pakistan.

Il vaccino

Il vaccino anti poliomielite contiene i virus inattivati (è ottenuto cioè con i virus uccisi) e solitamente viene somministrato in associazione ad altri vaccini, (DIFTO, TETANO, PERTOSSE, POLIO), esavalente (DIFTO, TETANO , PERTOSSE, EPATITE B, POLIO, HAEMOPHILUS INFLUENZAE B). Il vaccino viene somministrato in 3 dosi: la prima a 3 mesi, la seconda a 5 e la terza tra gli 11 e i 13 mesi. Un richiamo verrà poi somministrato a 5-6 anni di età. Infine dal 2018 il Nuovo Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale prevede una quinta dose di vaccino da somministrare nell’adolescente. L’efficacia e il grado di sicurezza del vaccino è molto alta. La quasi totalità dei vaccinati mantiene inalterata la protezione per molto tempo.

Effetti collaterali

La maggior parte dei bambini non accusa particolari disturbi dopo la somministrazione. Raramente possono verificarsi gonfiore e dolore nella zona dell’iniezione o disturbi come malessere e febbre che si risolvono comunque in 1-2 giorni.

Chi è esonerato dalla vaccinazione

Molto raramente possono verificarsi casi di reazione allergica: un bambino che ha un’allergia a qualunque componente del vaccino o ha manifestato una reazione allergica grave a una dose precedente del vaccino non deve essere vaccinato.

Fonti: Le Vaccinazioni nell’Infanzia e nell’Adolescenza (Servizio Sanitario Emilia Romagna), VaccinarSì (Ministero della Salute).

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