Prendersi cura del proprio corpo, mantenere uno stile di vita salutare, conoscere le linee guida di una corretta alimentazione.
L’ambulatorio di Nutrizionismo del Centro Medico Polispecialistico MediMilano è un luogo dove la scienza incontra la personalizzazione. Qui, ogni paziente viene seguito in modo approfondito, con analisi accurate dello stato metabolico, test specifici per la composizione corporea e strategie nutrizionali su misura.
Se cerchi un nutrizionista a Milano presso il Centro polispecialistico MediMilano troverai “non una semplice consulenza dietetica, ma un percorso strutturato per migliorare la salute nel lungo periodo, con un approccio basato sull’evidenza scientifica e sulla comprensione profonda delle esigenze individuali”, spiega Francesca Castiglioni, nutrizionista del Centro MediMilano.
Conosciamo la dottoressa Francesca Castiglioni
Sono biologa nutrizionista con oltre otto anni di esperienza nel campo della nutrizione applicata all’infiammazione cronica e alle patologie metaboliche.
Il mio lavoro è come un faro nella tempesta per chi ha perso l’orientamento nel mare delle diete inefficaci. Aiuto le persone a ritrovare l’equilibrio con il cibo, migliorando la loro salute metabolica attraverso percorsi personalizzati, con un focus particolare sulla terapia low carb e chetogenica e sulla gestione dell’infiammazione di basso grado.
Dottoressa Castiglioni, qual è la differenza tra dietologo e nutrizionista?
“Il dietologo è un medico che può diagnosticare patologie e prescrivere farmaci. Il nutrizionista, invece, è un biologo esperto di alimentazione che guida la persona nel miglioramento del proprio stile di vita attraverso il cibo. Se il dietologo è il medico che cura, il nutrizionista è l’allenatore che ti aiuta a costruire abitudini sane e durature”.
Perché è opportuno rivolgersi al nutrizionista?
“Un nutrizionista è come un sarto che cuce su misura un piano alimentare adatto alla persona. Non si tratta solo di perdere peso, non si tratta solo di diete ma di costruire una salute duratura e sostenibile, migliorando parametri metabolici, prevenendo malattie e imparando a mangiare in modo consapevole. Un percorso nutrizionale ben strutturato è come una mappa per arrivare alla propria destinazione di benessere, evitando scorciatoie pericolose”.
Lei è ideatrice del “Percorso Rivoluziona”. Di cosa si tratta?
Il ‘Percorso Rivoluziona’ non è una semplice dieta, ma un vero e proprio viaggio alla scoperta di sé stessi. È nato dall’osservazione di tante persone che si sentivano prigioniere di un corpo che non riconoscevano più, bloccate da diete rigide, dal giudizio e dall’effetto yo-yo. Ho voluto creare qualcosa di diverso: un metodo che aiuta a riprogrammare il metabolismo, ridurre l’infiammazione cronica e ristabilire un rapporto sano con il cibo.
Immaginiamolo come una chiave che apre la porta verso una nuova consapevolezza alimentare: attraverso strategie nutrizionali specifiche, basate su protocolli scientifici come la VLCKD (Very Low calorie ketogenic diet, terapia chetogenica specifica normoproteica con pochi grassi e carboidrati), il percorso non si limita a far perdere peso, ma permette di riattivare i meccanismi di regolazione ormonale, migliorare i parametri metabolici e ristabilire il benessere intestinale.
Il vero cambiamento non è solo sulla bilancia, ma nella testa: chi segue il Percorso Rivoluziona impara a leggere i segnali del proprio corpo, a distinguere la fame reale dalla fame emotiva e a smettere di vivere il cibo come un nemico.
Quali sono i fattori da esaminare per eseguire una corretta valutazione nutrizionale?
Per costruire un percorso nutrizionale efficace, bisogna partire dai dati oggettivi. È come controllare la mappa prima di mettersi in viaggio.
Tra i parametri essenziali ci sono glicemia, emoglobina glicata e insulina, fondamentali per capire come il corpo gestisce gli zuccheri. Inoltre, test specifici per la disbiosi intestinale permettono di individuare squilibri del microbiota, mentre la valutazione della funzionalità tiroidea aiuta a comprendere eventuali blocchi metabolici.
Che cosa s’intende per inflammaging?
L’inflammaging è come un fuoco che arde a bassa intensità dentro di noi, consumando lentamente la nostra energia e accelerando l’invecchiamento.
Si tratta di uno stato di infiammazione cronica di basso grado che, con il tempo, diventa il terreno fertile per malattie come diabete, obesità, artrite, disturbi neurodegenerativi e malattie cardiovascolari. Ma non solo: il gonfiore addominale, la stanchezza cronica, la fame continua, i disturbi del sonno e la difficoltà a perdere peso sono tutti segnali di un corpo infiammato.
Quali sono le principali cause che danno origine all’inflammaging?
Sono legate allo stile di vita e all’alimentazione. Immaginiamo il nostro corpo come un motore: se lo alimentiamo con carburante scadente – zuccheri raffinati, eccesso di carboidrati, cibi processati e grassi di cattiva qualità – prima o poi inizierà a perdere colpi.
Anche lo stress cronico, la sedentarietà e la mancanza di sonno contribuiscono a mantenere accesa questa infiammazione di basso grado.
Qual è la fascia di età più a rischio?
Non esiste un’età precisa, ma la vulnerabilità aumenta con il tempo. Già dai 30-40 anni il nostro corpo inizia a cambiare: se non viene supportato con un’alimentazione adeguata e uno stile di vita attivo, l’infiammazione cronica può prendere il sopravvento, portando a disturbi metabolici e patologie legate all’invecchiamento.